https://docs.google.com/file/d/0B4Ag8mwXQE6GRnNoZG9yb3JtZ0E/edit
http://resfvg.blogspot.it/p/forum-resfvg.html
CONVEGNI ED EVENTI
Il programma di EOS prevede la realizzazione di eventi, seminari e workshop dedicati sia agli specialisti sia ad un pubblico più ampio. La condivisione di idee e di soluzioni rappresenta, infatti, un'opportunità di condivisione e di sviluppo di sinergie di business per tutti gli stakeholders coinvolti nell'area della green economy.
E.O.S. - Settore Edilizia
1. Efficienza energetica: un'opportunità concreta per uscire dalla crisi
APE - Agenzia per l'energia del Friuli venezia Giulia
Saranno trattati temi legati alla certificazione energetica degli edifici CasaClima, qualità costruttiva, costi dell'efficienza energetica, rapporto costi/benefici
2. Confronto tra i sistemi di certificazione energetico/ambientale degli edifici
Certificazione nazionale, certificazione CasaClima e certificazione CasaClima Nature e Habitat, certificazione Leed, certificazione Itaca/VEAARES Agenzia regionale per l'edilizia sostenibile s.r.l.
Il Convegno, organizzato da ARES Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile della Regione Friuli Venezia Giulia, si propone di fare il punto sui sistemi di certificazione della sostenibilità ambientale degli edifici confrontando le loro specificità.
Chiude l’intervento la Regione Friuli Venezia Giulia che illustrerà la situazione attuale e le prospettive del sistema regionale di valutazione della sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (VEA).
3. Impianti elettrici a regola d’arte. Dal progetto all’agibilità attraverso la dichiarazione di conformità
CONFARTIGIANATO UDINECon questo seminario verrà fatta una panoramica dei vari adempimenti che riguardano i soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione di un impianto, dal progettista all’installatore fino agli enti deputati a ricevere tutta la documentazione.
4. Sostituire l’amianto con un impianto fotovoltaico (corso a pagamento, numero chiuso)
CONFARTIGIANATO UDINE
5. Guida all'acquisto della casa in legno
CONFARTIGIANATO UDINE
Partendo dalle diverse tipologie di case in legno (blockbau, xlam, telaio leggero, telaio pilastro-trave) l’incontro esplorerà i diversi aspetti costruttivi che permettono di ottenere un ottimo comfort abitativo, una elevata efficienza energetica ed una significativa resistenza agli agenti atmosferici attraverso sistemi di protezione passivi ed attivi.
6. Convegno internazionale progetto GovernEE. Interventi di efficienza energetica negli edifici di pregio storico e negli edifici pubblici
7. A SCUOLA DI ENERGIA. Progetti didattici per l’efficienza energetica e la flessibilità costruttiva
COMUNE DI UDINE E Coop Consumatori Nordest
8. Il connubio pubblico privato nella sostenibilità energetica. Il ruolo dei costruttori edili e dell’Amministrazione regionale.
CONFINDUSTRIA UDINE
E.O.S. – Settore Energie
1. Ambiente, energia e sostenibilità nella filiera del legno
Friuli Innovazione, Centro di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico in collaborazione con Università degli Studi di Udine
2. Efficienza energetica e fonti rinnovabili; contenuti principali: integrazione energetica; efficienza energetica in ambito industriale; nuove metodologie per l'edilizia a basso consumo; casi pratici
ATI e UGI
3. Piano Energia ENERPLAN - Nuove opportunità e tecnologie innovative per il risparmio energetico
AREA Science Park e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
4. Incontro tecnico sulle tematiche relative alla filiera per la produzione di bioetanolo dal sorgo zuccherino
C.E.T.A. Centro di Ecologia Teorica ed Applicata
5. Dalla certificazione di qualità al Life Cycle Assessment
Polo Tecnologico di PORDENONE
E.O.S. – Settore Territorio
1. Sostenibilità energetica delle zone industriali
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI UDINE
2. GREEN JOBS: LAVORI IN CORSA - Le opportunità occupazionali dell'economia sostenibile
CONFARTIGIANATO UDINE
3. Dal bosco alla casa. In Val Pesarina una storia di reale sostenibilità
SA DI LEGNO
4. Sviluppo sostenibile e green economy: il ruolo degli Enti locali e le opportunità per le imprese
PROVINCIA DI UDINE - Assessorato all'Energia. Area Ambiente- Servizio Energia
5. Turismo sostenibile, aggregazione e co-marketing. Opportunità e idee per lo sviluppo d’impresa
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI UDINE
E.O.S. - Settore Mobilità Trasporti
1. Ecomobilità: una nuova soluzione con il rifornimento domestico di metano
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Pianificare l'energia, comunicare l'energia
Il giorno 9 ottobre 2009 alle ore 16.00 presso la sala Ajace del Comune di Udine, si terrà l'incontro pubblico "Pianificare l'energia, comunicare l'energia" per presentare il Piano Energetico Comunale 2009 e il progetto di comunicazione ambientale "Cyber-Display" a co-finanziamento europeo.
L'evento sarà l'occasione anche per raccogliere valutazioni e punti di vista sul nuovo Piano Energetico comunale, che saranno utili per pianificare i futuri interventi in ambito energetico.
Il PEC vuole inoltre implementare le funzioni della pianificazione territoriale e delle politiche di sviluppo sociale a livello locale, valorizzando la variabile energia quale fattore chiave di sviluppo. Viene pertanto assegnata alta priorità alla promozione delle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico come mezzi per una maggior tutela ambientale.
Il PEC analizza le caratteristiche del sistema energetico locale alla data odierna, e definisce gli obiettivi di sostenibilità al 2020 coerentemente con gli indirizzi e gli obiettivi della commissione Europea nel settore dei consumi, delle emissioni di gas climalteranti e delle azioni individuate in ambito internazionale per il loro raggiungimento.
Il Piano Energetico è costituito da due documenti:
1. Bilancio Energetico;
2. Piano d'Azione.
Il Bilancio energetico restituisce l'immagine della domanda/offerta di energia sia per quanto riferibile all'Amministrazione che per il Territorio comunale. Il risultato è un documento che prevede una struttura flessibile ed adatta ad essere aggiornata con facilità.
Il Piano d'Azione è suddiviso in proposte di intervento a breve-medio termine e proposte a lungo termine, volte a promuovere l'uso razionale dell'energia ed il contenimento delle emissioni climalteranti. L'intento è duplice: da un lato sono state programmate iniziative per il contenimento dei consumi negli edifici e negl i impianti di proprietà comunale; dall'altro verranno realizzate campagne per la sensibilizzazione ed il coinvolgimento fattivo di soggetti di varia natura (pubblici e privati).
In termini pratici, la caratteristica del PEC è quindi quella di costituire uno strumento operativo, condiviso, chiaro, semplice, che coinvolge i diversi settori che hanno competenza indirettamente su aspetti energetici, e integrato con gli altri strumenti di programmazione e governo del territorio, evitando sovrapposizione tra essi.
L'incontro presenterà inoltre le prime attività svolte nell'ambito del progetto "Cyber-Display" a co-finanziamento europeo, per la comunicazione ambientale nelle scuole e ai cittadini dei temi del risparmi energetico.
All'evento, oltre all'Ass. Lorenzo Croattini in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale, parteciperanno alcuni responsabili di Ecuba srl (la società affidataria dell'incarico di redazione del Piano) e Agnese Precotto in qualità di responsabile di una delle campagne di comunicazione sui temi dell'energia attualmente in corso. Sono stati inoltre invitati i rappresentanti di Confartigianato, Legambiente, dell'Agenzia Provinciale per l'Energia di Udine e di AMGA SPA al fine di fornire il punto di vista di diversi portatori di interesse operanti sul territorio.
Dal sito www.ortosultasto.it
Siamo Elisabetta e Maria e ogni mercoledì consegniamo frutta e verdura di stagione e prodotti alimentari trasformati di alta qualità, tutto di produzione rigorosamente locale, nelle case e negli uffici di chi abita o lavora nel comune di Udine.
Per l’acquisto dei prodotti ci rivolgiamo ad aziende agricole di piccola e media dimensione, tendenzialmente a conduzione familiare, selezionate in base alla qualità dei metodi di lavorazione e alla loro ubicazione nella provincia di Udine: desideriamo infatti portarvi prodotti freschissimi, inquinando il meno possibile con il trasporto. Noi siamo l’unico passaggio tra l’agricoltore e il cliente e ciò consente la definizione di un prezzo equo per il contadino e di un prezzo contenuto per il consumatore, comprensivo di tutte le spese per il nostro servizio di informazione, assortimento e consegna a domicilio dei prodotti. Richiediamo un minimo d’ordine di 10 euro di prodotti ortofrutticoli, cifra oltre la quale è possibile acquistare anche i nostri prodotti extra (confetture, conserve, farine, olio d’oliva…).
Il sistema prevede la raccolta degli ordini on-line per tre giorni alla settimana (tra le ore 13.00 di ogni venerdì e le ore 13.00 del lunedì successivo), l’inoltro tempestivo delle richieste ai produttori, il reperimento dei quantitativi necessari entro martedì sera e la consegna al cliente in giornata il mercoledì. Il recapito della spesa una volta alla settimana garantisce la raccolta degli ortaggi freschi il giorno prima della consegna.
La nostra attività si pone come un ampio e sano complemento della vostra spesa al supermercato, ma è sostenuta da una logica diversa da quella della grande distribuzione per alcune importanti ragioni:
- vendiamo solo prodotti freschi di stagione, accettando le conseguenze delle condizioni atmosferiche sulla produttività e i limiti della vocazione agricola del territorio in cui viviamo, a fronte di una garanzia di sapore e qualità di tutto ciò che vi consegniamo.
- stabiliamo un rapporto equilibrato con il produttore, rispettandone le esigenze economiche e i ritmi produttivi.
- consideriamo l’impatto ambientale delle varie fasi lavorative: dall’utilizzo dei prodotti usati per la coltivazione, alla razionalizzazione dei trasporti, fino al riciclo dei materiali, ad esempio delle cassette di legno usate per la consegna, in modo da rendere ecologico e sostenibile l’acquisto dei nostri prodotti.
- desideriamo costruire un rapporto aperto con ogni cliente, approfittando del momento della consegna per raccogliere impressioni e suggerimenti utili al miglioramento del nostro servizio.
La città di Udine ha concluso in questi giorni la sua prima esperienza di bilancio partecipativo: un progetto sperimentale sviluppatosi, nell'arco di pochi mesi, attraverso assemblee pubbliche di quartiere e che ha visto l'Amministrazione Comunale interessata da un punto di vista squisitamente tecnico e di accompagnamento al processo.
Quella udinese non è la prima esperienza di Bilancio Partecipativo in Italia: i processi di partecipazione popolare, partiti già da qualche tempo, stanno ora assumendo anche in Italia dimensioni interessanti.
Il fatto che tali esperienze si sviluppino in un sistema di governo basato sulla democrazia rappresentativa induce a chiederci se e in che termini l'ampia formula di democrazia diretta possa convivere in questo sistema.
In questa prospettiva è bene chiarire come fin dall’origine del costituzionalismo moderno, l’esercizio “diretto” della sovranità si risolveva “nel deliberare, in regime di compresenza fisica dei consociati - sulla piazza pubblica”, senza la partecipazione di intermediari che si potessero frapporre fra il decisore e la decisione.
Al contempo tra la democrazia e il regime rappresentativo, si è da sempre tracciata una nettissima linea di demarcazione, diretta a chiarire la radicale differenza che le separa.
Ma, se il concetto di democrazia diretta, è ancora oggi quello dei classici, (cioè quello del “popolo adunato”), è pur vero che nelle società complesse, ogni tecnica decisionale comporta, pur sempre (oggi più che mai) una mediazione. Nelle società pluralistiche diviene infatti inevitabile una interposizione fra il popolo e la decisione politica, anche quando quella decisione viene imputata allo stesso popolo e ad una sua “diretta” manifestazione di volontà. La realtà dei fatti dimostra come l’opinione pubblica si forma pur sempre e anzitutto attraverso la mediazione dell’attività di partiti e gruppi, e, sopratutto, attraverso i mezzi di informazione che, spesse volte, prevaricano l'ideologia degli stessi gruppi e partiti politici (più deboli).
Per tutto ciò, allorchè si discuta di processi di Bilancio Partecipativo, si dovrebbe più correttamente utilizzare il termine di democrazia partecipativa, pur consapevoli che il Bilancio partecipativo presenta connotati propri e specifici che vanno ben oltre il significato della partecipazione degli istituti costituzionali del referendum abrogativo e di partecipazione popolare.
Non vi è dubbio peraltro che simili processi partecipativi siano nati dall'esigenza di affrontare criticità proprie della democrazia rappresentativa che, ai nostri fini, si possono riassumere in una duplicità di fattori:
1) - l'ampliarsi del principio di sussidiaretà.
Una sorta di invito allo Stato a non intervenire ogni qualvolta i cittadini e loro aggregazioni sociali (famiglia, associazioni ed altri "corpi intermedi", incluse le istituzioni locali) possono ‘fare da soli’. Il principio di sussidiarietà ha in sostanza innescato una catena di de-responsabilizzazioni progressive, con caratteristiche fortemente asimmetriche: infatti nell'epoca caratterizzata dal fenomeno della globalizzazione dei problemi viviamo una sempre più incisiva "localizzazione" delle soluzioni, che caricano le amministrazioni locali della responsabilità delle scelte (ma a cui, peraltro, non seguono adeguati trasferimenti di risorse, indispensabili per farvi fronte).
Questa crescita del decisionismo istituzionale locale, avviato con l'era dell'elezione diretta dei sindaci e della dimunizione di potere dei consigli comunali, è andata sempre più coniugando una creazione di spazi di partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni pubbliche.
Il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte pubbliche diviene così quasi indispensabile sopratutto per ricostruire una fiducia dei cittadini nella politica, che possa darle ‘sostenibilità’ davanti alle continue crisi di legittimazione che ha attraversato nell’ultimo trentennio.
La riforma poi del Titolo V della Costituzione (2001) – con tutte le sue molteplici contraddizioni – si inserisce in questo percorso di sussidiarietà, diretto a valorizzare l’autonomia degli enti locali e degli istituti di partecipazione popolare. Il nuovo testo dell’art. 118 prevde così nuovi modelli organizzativi e di relazione tra amministrazione e cittadini, fondati sulla comunicazione e sulla co-decisione.
Con ciò rafforzando quel concetto di partecipazione evidenziato fin dai primi articoli della Costituzione, in cui appare chiara la convergenza tra sovranità popolare, partecipazione effettiva, uguaglianza sostanziale e pluralismo.
2) - la crisi del sistema dei partiti politici.
Già Carlo Esposito, giurista e filosofo del secolo scorso, aveva avuto modo di affermare che se un partito invece di rappresentare una ideologia e tendere al bene comune rappresentasse le esigenze di un gruppo di pressione economico, sarebbe di fatto un gruppo di pressione mascherato, e sarebbe per questo da combattere, da espellere dal Parlamento, da denunciare come scandaloso”
Il maestro filoso e giurista del secolo scorso precisa, tra l'altro, che l’azione dei partiti sui Ministri e sul Governo è lecita, ma “da condannare quando sia determinata da privati interessi” : la proiezione pubblica del partito, in quanto strumento di raccordo tra Stato e società civile con l'esclusiva funzione pubblica di trasmettere la volontà sovrana del popolo, non è compatibile, per Esposito, con l’inquinamento della politica da parte degli interessi personali ed economici.
In questa prospettiva non vi è chi non veda come l'inquinamento della politica con interessi personali ed economici di parte abbia avviato ad una crisi del sistema che, fin dagli anni 90, ha amplificato il senso di diffidenza e di sfiducia del popolo sovrano che ha finito col riversarsi sulle istituzioni, nucleo e fondamento della democrazia rappresentativa.
Se quindi i partiti sono chiamati a assolvere a una “funzione basilare nella vita della nostra democrazia rappresentativa”, ecco che, la crisi che oggi essi vivono si traduce e confonde nella crisi stessa della democrazia rappresentativa: con la naturale conseguenza della necessità di ricerca di nuove soluzioni.
È negli anni ’60 che il tema della partecipazione entra con forza nel dibattito politico italiano; sono gli anni dei consigli di fabbrica, consigli scolastici ed esperienze di urbanistica partecipata che avviano, nel decennio successivo, un percorso di elaborazioni normative.
La crisi degli anni ’90 ha portato poi alla differenziazione degli statuti comunali, soprattutto dopo la nuova legge elettorale del 1993 istitutiva dell’elezione diretta dei sindaci; mentre il Testo Unico degli Enti Locali del 2000, ha rafforzato il ruolo delle istituzioni più vicine al cittadino. Da allora hanno iniziato a costituirsi strumenti specifici e adatti ai diversi contesti socioculturali locali, con l’obiettivo di trasformare la partecipazione da risorsa simbolica in risorsa strumentale.
In Italia, la conoscenza del tema del Bilancio Partecipativo è avvenuta nel 1998, grazie ad alcuni studi universitari e alla neonata rivista ‘Carta’.
Se è vero che l’approccio al Bilancio Partecipativo è risultato fin da subito estremamente politicizzato , è pur altrettanto vero che oggi l'approccio al Bilancio Partecipativo appare più maturo, in quanto pensato e voluto quale strumento di relazione trilaterale tra amministrazioni, cittadinanza e apparato burocratico e, in ultima analisi, di miglioramento della gestione urbana.
Il Bilancio Partecipativo costituisce un percorso importante all’interno di queste sperimentazioni. In Italia, il dibattito sui ‘bilanci’ si è sviluppato in parallelo a quello dei Bilanci Sociali (strumenti diretti a misurare gli effetti in termini sociali delle politiche pubbliche) e ha trovato un terreno fertile alla comprensione del suo ruolo di strumento di rinnovamento politico/pedagogico centrale per l’arricchimento dell’autoconsapevolezza e del senso civico di cittadino.
L'esperienza di Udine, favorita e anticipata, dalla partecipazione alla Rete 9^ del Progetto europeo UR-BAL e successivamente dalla decisione consiliare di associarsi alla Rete del Nuovo Municipio è centrata in particolare sull’idea di portare avanti un’autoeducazione alla democrazia della cittadinanza, attraverso forme di co-decisione tra abitanti ed istituzioni relativamente ai nuovi investimenti strategici per il territorio. In tal senso Udine ha promosso e realizzato un progetto - ancorché sperimentale - di vero e proprio Bilancio Partecipativo, da non confondere con il Bilancio partecipato, il cui approccio sostanziale è ben diverso e certamente più riduttivo e limitante.
Si tratta di un percorso di coinvolgimento che presenta tutte le caratteristiche per tradursi in un percorso duraturo e strutturato dove i cittadini svolgono un ruolo attivo nella costruzione delle decisioni, e non certo di una partecipazione quasi ‘passiva’.
In tale prospettiva, Udine assume il ruolo e la funzione di "apripista" nell'ambito dell'intero territorio regionale, dove il Bilancio partecipativo, assieme al Bilancio Sociale, sono ancora al di là da venire.
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