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24 giugno 2013

Gabriele Giacomini, Comune di Udine - Considerare l'economia solidale



Gabriele Giacomini, assessore all'Innovazione Comune di Udine prende in considerazione le forme partecipative e cooperative di economia solidale, e promuove un deciso interesse dell'Amministrazione comunale rispetto alle istanze proposte dal Forum dei Beni Comuni a consiglieri regionali e assessori comunali in occasione dell'incontro tenutosi a Palazzo della Regione, Udine, 21 giugno 2013. 

https://docs.google.com/file/d/0B4Ag8mwXQE6GRnNoZG9yb3JtZ0E/edit
http://resfvg.blogspot.it/p/forum-resfvg.html

11 maggio 2011

EOS, tre giorni di green economy alla Fiera di Udine

Ci sono quelli "duri e puri" -  a me stanno antipatici, è pur sempre una forma di fanatismo - secondo cui la green economy rimane uno strumento del demonio capitalistico, l'ultima frontiera del fare business ammantandosi delle tematiche verdi oggi di moda. Sarà anche vero, eh.
Ma pragmaticamente progettare meglio il nostro abitare sui Luoghi, mettendo a frutto visioni ecologiche sorte negli ultimi quarant'anni, è sicuramente una direzione che va intrapresa: si tratta di ragionare sull'edilizia e sull'urbanistica, sulle fonti di energia e sulla sua distribuzione, sulle tecniche agricole di coltivazione maggiormente attente all'ambiente.

Ecco quindi l'evento: quattro giorni di incontri e convegni e espositori alla Fiera di Udine, dall'11 al 14 maggio, intitolati EOS, exposition of sustainability.

Qui trovate il sito web dell'iniziativa www.eosfiera.com, qui il programma che riproduco sotto per sommi capi.


CONVEGNI ED EVENTI
Il programma di EOS prevede la realizzazione di eventi, seminari e workshop dedicati sia agli specialisti sia ad un pubblico più ampio. La condivisione di idee e di soluzioni rappresenta, infatti, un'opportunità di condivisione e di sviluppo di sinergie di business per tutti gli stakeholders coinvolti nell'area della green economy.
 
E.O.S. - Settore Edilizia
1. Efficienza energetica: un'opportunità concreta per uscire dalla crisi
APE - Agenzia per l'energia del Friuli venezia Giulia
Saranno trattati temi legati alla certificazione energetica degli edifici CasaClima, qualità costruttiva, costi dell'efficienza energetica, rapporto costi/benefici

2. Confronto tra i sistemi di certificazione energetico/ambientale degli edifici
Certificazione nazionale, certificazione CasaClima e certificazione CasaClima Nature e Habitat, certificazione Leed, certificazione Itaca/VEAARES Agenzia regionale per l'edilizia sostenibile s.r.l.
Il Convegno, organizzato da ARES Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile della Regione Friuli Venezia Giulia, si propone di fare il punto sui sistemi di certificazione della sostenibilità ambientale degli edifici confrontando le loro specificità.
Chiude l’intervento la Regione Friuli Venezia Giulia che illustrerà la situazione attuale e le prospettive del sistema regionale di valutazione della sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (VEA).

3. Impianti elettrici a regola d’arte. Dal progetto all’agibilità attraverso la dichiarazione di conformità
CONFARTIGIANATO UDINECon questo seminario verrà fatta una panoramica dei vari adempimenti che riguardano i soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione di un impianto, dal progettista all’installatore fino agli enti deputati a ricevere tutta la documentazione. 
 
4. Sostituire l’amianto con un impianto fotovoltaico (corso a pagamento, numero chiuso)
CONFARTIGIANATO UDINE

5. Guida all'acquisto della casa in legno
CONFARTIGIANATO UDINE
Partendo dalle diverse tipologie di case in legno (blockbau, xlam, telaio leggero, telaio pilastro-trave) l’incontro esplorerà i diversi aspetti costruttivi che permettono di ottenere un ottimo comfort abitativo, una elevata efficienza energetica ed una significativa resistenza agli agenti atmosferici attraverso sistemi di protezione passivi ed attivi.

6. Convegno internazionale progetto GovernEE. Interventi di efficienza energetica negli edifici di pregio storico e negli edifici pubblici

7. A SCUOLA DI ENERGIA. Progetti didattici per l’efficienza energetica e la flessibilità costruttiva
COMUNE DI UDINE E Coop Consumatori Nordest

8. Il connubio pubblico privato nella sostenibilità energetica. Il ruolo dei costruttori edili e dell’Amministrazione regionale.
CONFINDUSTRIA UDINE
 
E.O.S. – Settore Energie

1. Ambiente, energia e sostenibilità nella filiera del legno
Friuli Innovazione, Centro di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico in collaborazione con Università degli Studi di Udine

2. Efficienza energetica e fonti rinnovabili; contenuti principali: integrazione energetica; efficienza energetica in ambito industriale; nuove metodologie per l'edilizia a basso consumo; casi pratici
ATI e UGI

3. Piano Energia ENERPLAN - Nuove opportunità e tecnologie innovative per il risparmio energetico
AREA Science Park e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

4. Incontro tecnico sulle tematiche relative alla filiera per la produzione di bioetanolo dal sorgo zuccherino
C.E.T.A. Centro di Ecologia Teorica ed Applicata

5. Dalla certificazione di qualità al Life Cycle Assessment
Polo Tecnologico di PORDENONE
 
E.O.S. – Settore Territorio

1. Sostenibilità energetica delle zone industriali
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI UDINE

2. GREEN JOBS: LAVORI IN CORSA - Le opportunità occupazionali dell'economia sostenibile
CONFARTIGIANATO UDINE

3. Dal bosco alla casa. In Val Pesarina una storia di reale sostenibilità
SA DI LEGNO

4. Sviluppo sostenibile e green economy: il ruolo degli Enti locali e le opportunità per le imprese
PROVINCIA DI UDINE - Assessorato all'Energia. Area Ambiente- Servizio Energia

5. Turismo sostenibile, aggregazione e co-marketing. Opportunità e idee per lo sviluppo d’impresa
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI UDINE

E.O.S.  - Settore Mobilità Trasporti

1. Ecomobilità: una nuova soluzione con il rifornimento domestico di metano

26 aprile 2011

L'acqua dei rubinetti di Udine è buona, smettete di comprare acqua in bottiglia



Queste qui sopra sono le "analisi dell'acqua" di Udine, secondo gli elementi minerali contenuti. Vengono presi in considerazione anche la presenza di prodotti fitosanitari (derivanti dalle attività agricole) e i parametri microbiologici.
I valori provengono dal sito dell'AMGA di Udine, le rilevazioni vengono effettuate ogni due mesi (molto più spesso rispetto alle acque in commercio) e i risultati vengono regolarmente inviati all'ASL per i controlli.
Mi pare onestamente si tratti di acqua di buona qualità, se non ottima, a giudicare dai riferimenti che ho trovato su questo sito e su questo.
Magari un esperto potrebbe passare di qui e darci un giudizio più circostanziato: quello che posso dire senza smentita è che si tratta di un'acqua decisamente oligominerale (residuo secco), un po' duretta (F° 25) ma comunque dal contenuto di calcio e magnesio piuttosto basso.
Potrebbe essere commercializzata come acqua oligominerale, a giudicare dai valori simili a quelle che vengono messe in bottiglia e vendute.

Il consiglio è semplice: se bevete l'acqua degli acquedotti di Udine, smettete di comprare bottiglie d'acqua al supermercato.

6 aprile 2011

Iniziative LaRea al Visionario: educazione alla sostenibilità ambientale


LA CAMPAGNA REGIONALE DI COMUNICAZIONE ED EDUCAZIONE SUL TEMA DEI RIFIUTI URBANI PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Grazie alla collaborazione tra il Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale LaREA ARPA FVG e il Centro Espressioni Cinematografiche prende forma la Campagna regionale Comunicazione ed Educazione sul tema dei rifiuti urbani per la Sostenibilità Ambientale che avrà luogo a Udine nelle giornate del 7, 8, 9 e 10 aprile 2011. L’obiettivo è quello di sensibilizzare gli udinesi sulle problematiche ambientali al fine di ridurre la produzione di rifiuti e promuovere la raccolta differenziata.

PROGRAMMA
Giovedì 7 aprile
Ore 19.00 Visionario, Bookshop
LaRea Laboratorio di Educazione Ambientale ARPA FVG + Museo Friulano di storia Naturale curano un incontro dedicato al lancio della Campagna regionale Comunicazione ed Educazione sul tema dei rifiuti urbani per la Sostenibilità Ambientale e al rapporto tra il tema delle foreste e quello dei rifiuti. È prevista la proiezione video di spot di educazione ambientale e di altro materiale.

Venerdì 8 aprile
Ore 10.00 Visionario
Matinée per studenti scuole primarie
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria
Mià e il Migù (Francia/Italia 2008, 92’) di Jacques-Remy Girérd. Mià ha dieci anni, vive tra le montagne dell'America Latina ed è triste perché il padre è partito. Una notte, ha un sogno premonitore e decide di andare a cercare il genitore nel cantiere dove lavora, in mezzo alla foresta. La società che lo ha assunto sta abbattendo migliaia di alberi per costruire un villaggio turistico. Dalla grande scuola di animazione francese, un emozionante cartone animato sulla devastazione del pianeta.

Sabato 9 aprile
Ore 10.00 Visionario
Matinée per le scuole secondarie
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria
Garbage! The Revolution Starts at Home (Immondizia! La rivoluzione comincia a casa) di Andrew Nisker (Canada/Usa, 2007, 96’)
Autunno 2005: la famiglia McDonald di Toronto inizia una singolare convivenza con la propria immondizia tenendola in garage per tre mesi. Il risultato? 83 sacchi colmi di spazzatura, 145 kg di umido e un odore poco piacevole. Deus ex machina di questa scelta è il regista Andrew Nisker, il cui scopo è mostrare, attraverso l’esperienza di un nucleo familiare, la reale portata della produzione e dello smaltimento dei rifiuti domestici. I protagonisti di questo intelligente documentario, in cui non mancano momenti spassosi, visitano i posti nei quali vengono stoccati i rifiuti di cui per anni si sono liberati senza troppe domande, costatandone l’impatto non privo di drammatiche conseguenze.

Per entrambi i matinée è previsto un commento da parte di un operatore del Laboratorio di Educazione Ambientale LaRea ARPA FVG e la visione dello spot di educazione ambientale realizzato dalla classe 2Bs del ISIS C. Percoto di Udine.

Venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 aprile
tutto il giorno, Piazza Duomo
Sarà presente il furgone Videobox con all’interno un piccolo studio televisivo dove una troupe raccoglierà interviste alla cittadinanza sul tema dei rifiuti. I contributi saranno visibili on-line e diventeranno oggetto di un cortometraggio che verrà proiettato durante il Festival Le voci dell’inchiesta, in programma a Cinemazero di Pordenone dal 13 al 17 aprile 2011. Videobox sfrutta le potenzialità dell’audiovisivo come media principale per sviluppare un’inchiesta partecipata e che si nutre del contributo del laboratorio di Regia Mobile Televisiva dell'Università di Udine, con gli studenti della Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali impegnati nelle riprese e nel montaggio delle interviste.

Accanto a Videobox ci sarà Re-, l’originale “casetta” ecologica in legno progettata dagli architetti dell’associazione La città complessa di Pordenone con all’interno una mostra e un punto informativo sui temi del riciclaggio curata da Arpa-LaRea e realizzato da Belwood/Belluno con Dolomia Acqua Minerale. 

L’iniziativa rientra nell’ambito di Semplici Scelte, Grandi Cambiamenti - Progetto di Comunicazione e Educazione sul tema dei Rifiuti Urbani per la Sostenibilità Ambientale, finanziato dalla Regione FVG e realizzato da LaREA ARPA FVG. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali al fine di ridurre la produzione di rifiuti e promuovere la raccolta differenziata. Rivolgendosi a differenti fasce d’età sono stati realizzati con il coordinamento del LaREA, diversi strumenti comunicativi, informativi ed educativi. Il sito Internet che illustra l’iniziativa è il seguente http://rifiuti.ea.fvg.it/

La campagna regionale di comunicazione ed educazione sul tema dei rifiuti urbani per la sostenibilità ambientale è un’iniziativa della Regione Friuli Venezia Giulia, ARPA - Laboratorio di Educazione Ambientale LaReA ARPA FVG, Le voci dell'inchiesta – Cinemazero, La città complessa, Università di Udine, Consorzio Universitario di Pordenone, Laboratorio Regia Mobile Televisiva, con il patrocinio del Comune di Udine; in collaborazione con Mediateca Ugo Casiraghi – Gorizia, Mediateca Pordenone – Pordenone, Mediateca La Cappella Underground – Trieste, Mediateca Mario Quargnolo – Udine, e il supporto di Belwood/Belluno e Dolomia Acqua.


12 febbraio 2010

A Udine apre Ecoshop, il primo negozio di prodotti sfusi del Friuli Venezia Giulia


di Serena Bianchi, via Greenme. Anche su Greentips.

Apre oggi la prima bottega dello sfuso del Friuli Venezia Giulia, una miniera di prodotti sostenibili privati di qualsiasi confezione o imballaggio.
Un progetto che si fa portavoce di un'esigenza crescente, il bisogno di risparmiare sia in fatto di emissioni che in fatto di portafoglio. E sì, perché l'onda verde che ha raggiunto il nord est, e precisamente la città di Udine, promette meno rifiuti, meno inquinamento e un minor impatto ambientale dell'intera filiera del consumo.
Ma cosa troverete entrando da Ecoshop (all'inizio di via Deciani, ndr)? Una bottega di prodotti ecologici e naturali: biodegradabili al 100%, detersivi e detergenti per il corpo alla spina, prodotti alimentari rigorosamente sfusi provenienti da coltivazioni selezionate Made in Italy, caraffe filtranti, lampadine a risparmio energetico, pannolini lavabili per bambini e prodotti per l'infanzia.

Leggi tutto l'articolo.

15 dicembre 2009

27 milioni di dubbi

da NuoviAbitanti

L'articolo che trovate qui a fianco è stato pubblicato dal Messaggero Veneto verso la fine di settembre.
L'argomento trattato riguarda il finanziamento di 27 milioni di euro per la progettazione e la realizzazione dei primi cantieri di una viabilità alternativa all'esistente, che sia in grado di collegare Udine e Pordenone in 35 minuti di automobile.

Innanzitutto, oltre ad utilizzare strade già esistenti come descritto nell'articolo, verranno anche creati nuovi svincoli e "tangenziali" di paesi lungo il percorso, un tunnel, nonché verranno ex-novo tracciate nuove direttrici nel mezzo di una campagna friulana ancora intatta, quale quella in prossimità di Barbeano e Tauriano, e quella splendida nelle vicinanze di Plasencis e di Mereto di Tomba.

Ora, potrebbero essere fatti dei ragionamenti sulla cultura passatista che porta sempre a individuare come soluzione al problema del traffico la creazione di nuove strade, come se lo spazio fisico fosse infinito. Come se queste infrastrutture non avessero un impatto ambientale notevole sul territorio, anche in termini ecologici. Come se anni di ragionamenti non suggerissero l'impiego di sistemi alternativi di trasporto di persone e cose, come ad esempio una sana progettazione della rete dei treni locali.

Ma pragmaticamente, quello che mi preme dire è questo: per andare attualmente da Udine a Pordenone lungo la statale, 50km in automobile, si impiegano dai 40 ai 60 minuti, a seconda delle condizioni del traffico. Da venticinque anni, da quando ho la patente, so che se devo andare a Pordenone in macchina per un appuntamento parto un'ora prima.
Questa nuova opera mi permetterà di risparmiare (forse, perché sappiamo che poi il problema del traffico si ripresenterà anche sulle nuove strade) un quarto d'ora, venti minuti.
E tutto questo vale 27 milioni di euro, che a opera finita saranno diventati 40 (quaranta)?

Non si potrebbero utilizzare parte di quei soldi per ottimizzare il tracciato esistente, e per potenziare alternative maggiormente sostenibili?


5 ottobre 2009

Politiche energetiche a Udine

Il 26 settembre alla Fiera di Udine si è tenuto il convegno "Il ruolo dei Comuni nella promozione del risparmio energetico", dove si è cercato di approfondire le scelte sulle politiche energetiche a partire dall'esperienza di Udine, visto che qui dal primo giugno, prima amministrazione comunale in Regione FVG, è in vigore il nuovo regolamento edilizio che prevede la certificazione CasaClima per tutti i nuovi edifici.

Nel corso del convegno sono intervenuti il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente dell'Ape di Udine Loris Mestroni, l'assessore all'Energia della Provincia di Udine Stefano Teghil, il dirigente del ministero dell'Ambiente Antonio Lumicisi, il direttore dell'agenzia CasaClima di Bolzano Norbert Lantschner, l'arch. Stefano Fattor, già assessore al Comune di Bolzano, l'amministratore delegato della Fantoni spa Paolo Fantoni, il presidente di Legambiente FVG Giorgio Cavallo, Vitto Claut del Codacons di Udine, Claudio Pantanali di Confindustria Udine e Adriano Savoia, presidente della Federazione Italiana Agenti Immobiliari.

Honsell ha presentato il PEC Piano Energetico Comunale, parlando di riduzione di CO2 e di tecnologie per i sistemi di risparmio soprattutto per edifici di una certa età quale via maestra per ottemperare alle indicazioni europee, ovvero il "Pacchetto Energia" del gennaio 2009, definite 20-20-20 (arrivare entro il 2020 a produrre il 20% dell'energia da fonti rinnovabili e ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica), nonché esponendo la filosofia stessa dell'impegno sul risparmio, ragionando a esempio sul kilometro zero.
Interessante il Patto tra i Sindaci europei (a riprova di iniziative "dal basso") per il raggiungimento di simili obiettivi, firmato come protocollo recentemente dal Comune di Udine e da altre novanta municipalità in Italia.

Dopo altri interventi di Mestroni (il ruolo di APE Agenzia Provinciale per l'Energia di Udine) e di Lumicisi (ha mostrato un po' di grafici sulle fonti energetiche, sulla necessità del rinnovabile) ha preso la parola Lantschner di CasaClima di Bolzano, il quale ha esordito preannunciando il suo dover fare necessariamente la parte del "cattivo", perché qui non si è ancora capito bene il dramma a cui stiamo andando incontro, nell'insistere con petrolio e carbone senza comprendere l'ormai superato picco della produzione e la non-economicità dei sistemi attuali.
L'Italia, ha detto esplicitamente, è messa male: continua a fare gli stessi errori da 40 anni, nel campo edilizio.

Dove sbagliamo? Oltre alla dipendenza dal petrolio, e alla stoltezza dell'attuale sistema di distribuzione dell'energia, la gravità sta nel non tenere in considerazione l'efficienza energetica, vera chiave di volta di tutti questi ragionamenti, in ogni settore.
Aiutandosi con dei grafici, Lantschner ha illustrato come il problema vero sia l'edilizia, non i trasporti: a causa dell'inadeguatezza delle costruzioni presenti oggi in Italia abbiamo uno spreco incredibile, non giustificabile.
E bisogna cambiare subito strategia: se ti accorgi di essere su un treno sbagliato, non serve a molto correre verso la coda, devi scendere il prima possibile.
I Comuni non devono "prescrivere" delle iniziative o delle migliorìe, devono piuttosto "premiare" chi fa le case meglio delle leggi attuali... in questo modo, introducendo un sistema premiante, diventa fondamentale il problema del certificato energetico.

Sempre da Bolzano, dove sono veramente all'avanguardia con simili pratiche edilizie (le case "popolari" vengono costruite in fascia B, e questo obbliga anche l'edilizia privata ad alzare la qualità dell'offerta), Stefano Fattor docente di architettura e già assessore a Bolzano mostra come in italia i sistemi di certificazione (caso unico, come al solito) non seguano i criteri europei, cosicché può capitare di acquistare o di poter costruire case che vantano una bassa "impronta" ecologica, ma la cui manutenzione energetica in realtà non appartiene affatto alla categoria di assegnazione, risultando più dispendiosa.


Il prossimo 9 ottobre a Udine verrà presentato il Piano energetico Comunale.

Pianificare l'energia, comunicare l'energia

Il giorno 9 ottobre 2009 alle ore 16.00 presso la sala Ajace del Comune di Udine, si terrà l'incontro pubblico "Pianificare l'energia, comunicare l'energia" per presentare il Piano Energetico Comunale 2009 e il progetto di comunicazione ambientale "Cyber-Display" a co-finanziamento europeo.
L'evento sarà l'occasione anche per raccogliere valutazioni e punti di vista sul nuovo Piano Energetico comunale, che saranno utili per pianificare i futuri interventi in ambito energetico.
Il PEC vuole inoltre implementare le funzioni della pianificazione territoriale e delle politiche di sviluppo sociale a livello locale, valorizzando la variabile energia quale fattore chiave di sviluppo. Viene pertanto assegnata alta priorità alla promozione delle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico come mezzi per una maggior tutela ambientale.
Il PEC analizza le caratteristiche del sistema energetico locale alla data odierna, e definisce gli obiettivi di sostenibilità al 2020 coerentemente con gli indirizzi e gli obiettivi della commissione Europea nel settore dei consumi, delle emissioni di gas climalteranti e delle azioni individuate in ambito internazionale per il loro raggiungimento.

Il Piano Energetico è costituito da due documenti:
1. Bilancio Energetico;
2. Piano d'Azione.
Il Bilancio energetico restituisce l'immagine della domanda/offerta di energia sia per quanto riferibile all'Amministrazione che per il Territorio comunale. Il risultato è un documento che prevede una struttura flessibile ed adatta ad essere aggiornata con facilità.
Il Piano d'Azione è suddiviso in proposte di intervento a breve-medio termine e proposte a lungo termine, volte a promuovere l'uso razionale dell'energia ed il contenimento delle emissioni climalteranti. L'intento è duplice: da un lato sono state programmate iniziative per il contenimento dei consumi negli edifici e negl i impianti di proprietà comunale; dall'altro verranno realizzate campagne per la sensibilizzazione ed il coinvolgimento fattivo di soggetti di varia natura (pubblici e privati).

In termini pratici, la caratteristica del PEC è quindi quella di costituire uno strumento operativo, condiviso, chiaro, semplice, che coinvolge i diversi settori che hanno competenza indirettamente su aspetti energetici, e integrato con gli altri strumenti di programmazione e governo del territorio, evitando sovrapposizione tra essi.
L'incontro presenterà inoltre le prime attività svolte nell'ambito del progetto "Cyber-Display" a co-finanziamento europeo, per la comunicazione ambientale nelle scuole e ai cittadini dei temi del risparmi energetico.
All'evento, oltre all'Ass. Lorenzo Croattini in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale, parteciperanno alcuni responsabili di Ecuba srl (la società affidataria dell'incarico di redazione del Piano) e Agnese Precotto in qualità di responsabile di una delle campagne di comunicazione sui temi dell'energia attualmente in corso. Sono stati inoltre invitati i rappresentanti di Confartigianato, Legambiente, dell'Agenzia Provinciale per l'Energia di Udine e di AMGA SPA al fine di fornire il punto di vista di diversi portatori di interesse operanti sul territorio.


30 giugno 2009

Un orto 2.0 a Udine, finalmente!


Il nome è facile da ricordare, e già dice di cosa si tratti: www.ortosultasto.it, dove gli orti sono quelli intorno a Udine e il tasto è ovviamente quello del computer.

Se abitate a Udine, è sufficiente registrarsi al sito di Elisabetta e Maria, scegliere la frutta e la verdura con cui riempire la propria cassetta, e aspettare tre giorni per vedersi recapitare il tutto, con la garanzia di ottenere sempre cibo freschissimo, raccolto il giorno precedente, ed "eticamente" ecosostenibile, in quanto distribuito secondo la logica del "kilometro zero" a partire appunto da produttori selezionati del circondario.

Riporto qui direttamente quanto dicono le due responsabili dell'iniziativa sul loro sito; potete trovare un'intervista anche qui, su paroleappiccicate.

Dal sito www.ortosultasto.it

Siamo Elisabetta e Maria e ogni mercoledì consegniamo frutta e verdura di stagione e prodotti alimentari trasformati di alta qualità, tutto di produzione rigorosamente locale, nelle case e negli uffici di chi abita o lavora nel comune di Udine.
Per l’acquisto dei prodotti ci rivolgiamo ad aziende agricole di piccola e media dimensione, tendenzialmente a conduzione familiare, selezionate in base alla qualità dei metodi di lavorazione e alla loro ubicazione nella provincia di Udine: desideriamo infatti portarvi prodotti freschissimi, inquinando il meno possibile con il trasporto. Noi siamo l’unico passaggio tra l’agricoltore e il cliente e ciò consente la definizione di un prezzo equo per il contadino e di un prezzo contenuto per il consumatore, comprensivo di tutte le spese per il nostro servizio di informazione, assortimento e consegna a domicilio dei prodotti. Richiediamo un minimo d’ordine di 10 euro di prodotti ortofrutticoli, cifra oltre la quale è possibile acquistare anche i nostri prodotti extra (confetture, conserve, farine, olio d’oliva…).
Il sistema prevede la raccolta degli ordini on-line per tre giorni alla settimana (tra le ore 13.00 di ogni venerdì e le ore 13.00 del lunedì successivo), l’inoltro tempestivo delle richieste ai produttori, il reperimento dei quantitativi necessari entro martedì sera e la consegna al cliente in giornata il mercoledì. Il recapito della spesa una volta alla settimana garantisce la raccolta degli ortaggi freschi il giorno prima della consegna.
La nostra attività si pone come un ampio e sano complemento della vostra spesa al supermercato, ma è sostenuta da una logica diversa da quella della grande distribuzione per alcune importanti ragioni:

  • vendiamo solo prodotti freschi di stagione, accettando le conseguenze delle condizioni atmosferiche sulla produttività e i limiti della vocazione agricola del territorio in cui viviamo, a fronte di una garanzia di sapore e qualità di tutto ciò che vi consegniamo.
  • stabiliamo un rapporto equilibrato con il produttore, rispettandone le esigenze economiche e i ritmi produttivi.
  • consideriamo l’impatto ambientale delle varie fasi lavorative: dall’utilizzo dei prodotti usati per la coltivazione, alla razionalizzazione dei trasporti, fino al riciclo dei materiali, ad esempio delle cassette di legno usate per la consegna, in modo da rendere ecologico e sostenibile l’acquisto dei nostri prodotti.
  • desideriamo costruire un rapporto aperto con ogni cliente, approfittando del momento della consegna per raccogliere impressioni e suggerimenti utili al miglioramento del nostro servizio.

18 dicembre 2008

Sempre Bilancio Partecipativo

Ascoltando conversazioni in Rete scopro questo interessante articolo esplicativo sul Bilancio Partecipativo, di Giovanni Tonutti, pubblicato nella pagine del Centro Studi per l'America Latina dell'Università di Trieste. L'argomento è "caldo" e di estrema attualità, soprattutto a Udine dove Anna Paola Peratoner in quanto consigliere comunale con delega specifica al Bilancio Partecipativo sta seguendo l'adozione di questo processo democratico di partecipazione di tutti i cittadini portatori di interesse alle scelte concrete di amministrazione del territorio (qui trovate un verbale di un recente incontro pubblico).

L'argomento del Bilancio Partecipativo (vedi post precedente), insieme all'ottimizzazione dei sistemi distributivi dei farmer's market cittadini e dei locali Gruppi di Acquisto Solidale, costituisce uno dei nuclei dei ragionamenti della RES di Udine, e solitamente avrei riportato qui l'intero articolo, citandone ovviamente la fonte: purtroppo, com'è (pessimo) costume delle Università italiane, il materiale è sotto copyright stretto (sarebbe stata sufficiente una licenza Creative Common, come per questo sito e i suoi materiali), e non può essere utilizzato neanche in parte, benché frutto di ricerche condotte con denaro pubblico. Un buon concetto di ecosistema della conoscenza (apertura, libera conversazione, condivisione) è oggi necessario, in questa nostra Società della Conoscenza, al pari delle attenzione che prestiamo alla gestione delle materie prime e dell'energia, oltre che alla qualità degli ambienti relazionali interumani.


9 dicembre 2008

Udine e bilancio partecipativo

Dal blog di Marina Galluzzo, comunicatore pubblico per il Comune di Udine.

La città di Udine ha concluso in questi giorni la sua prima esperienza di bilancio partecipativo: un progetto sperimentale sviluppatosi, nell'arco di pochi mesi, attraverso assemblee pubbliche di quartiere e che ha visto l'Amministrazione Comunale interessata da un punto di vista squisitamente tecnico e di accompagnamento al processo.
Quella udinese non è la prima esperienza di Bilancio Partecipativo in Italia: i processi di partecipazione popolare, partiti già da qualche tempo, stanno ora assumendo anche in Italia dimensioni interessanti.
Il fatto che tali esperienze si sviluppino in un sistema di governo basato sulla democrazia rappresentativa induce a chiederci se e in che termini l'ampia formula di democrazia diretta possa convivere in questo sistema.
In questa prospettiva è bene chiarire come fin dall’origine del costituzionalismo moderno, l’esercizio “diretto” della sovranità si risolveva “nel deliberare, in regime di compresenza fisica dei consociati - sulla piazza pubblica”, senza la partecipazione di intermediari che si potessero frapporre fra il decisore e la decisione.
Al contempo tra la democrazia e il regime rappresentativo, si è da sempre tracciata una nettissima linea di demarcazione, diretta a chiarire la radicale differenza che le separa.
Ma, se il concetto di democrazia diretta, è ancora oggi quello dei classici, (cioè quello del “popolo adunato”), è pur vero che nelle società complesse, ogni tecnica decisionale comporta, pur sempre (oggi più che mai) una mediazione. Nelle società pluralistiche diviene infatti inevitabile una interposizione fra il popolo e la decisione politica, anche quando quella decisione viene imputata allo stesso popolo e ad una sua “diretta” manifestazione di volontà. La realtà dei fatti dimostra come l’opinione pubblica si forma pur sempre e anzitutto attraverso la mediazione dell’attività di partiti e gruppi, e, sopratutto, attraverso i mezzi di informazione che, spesse volte, prevaricano l'ideologia degli stessi gruppi e partiti politici (più deboli).
Per tutto ciò, allorchè si discuta di processi di Bilancio Partecipativo, si dovrebbe più correttamente utilizzare il termine di democrazia partecipativa, pur consapevoli che il Bilancio partecipativo presenta connotati propri e specifici che vanno ben oltre il significato della partecipazione degli istituti costituzionali del referendum abrogativo e di partecipazione popolare.

Non vi è dubbio peraltro che simili processi partecipativi siano nati dall'esigenza di affrontare criticità proprie della democrazia rappresentativa che, ai nostri fini, si possono riassumere in una duplicità di fattori:

1) - l'ampliarsi del principio di sussidiaretà.
Una sorta di invito allo Stato a non intervenire ogni qualvolta i cittadini e loro aggregazioni sociali (famiglia, associazioni ed altri "corpi intermedi", incluse le istituzioni locali) possono ‘fare da soli’. Il principio di sussidiarietà ha in sostanza innescato una catena di de-responsabilizzazioni progressive, con caratteristiche fortemente asimmetriche: infatti nell'epoca caratterizzata dal fenomeno della globalizzazione dei problemi viviamo una sempre più incisiva "localizzazione" delle soluzioni, che caricano le amministrazioni locali della responsabilità delle scelte (ma a cui, peraltro, non seguono adeguati trasferimenti di risorse, indispensabili per farvi fronte).
Questa crescita del decisionismo istituzionale locale, avviato con l'era dell'elezione diretta dei sindaci e della dimunizione di potere dei consigli comunali, è andata sempre più coniugando una creazione di spazi di partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni pubbliche.
Il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte pubbliche diviene così quasi indispensabile sopratutto per ricostruire una fiducia dei cittadini nella politica, che possa darle ‘sostenibilità’ davanti alle continue crisi di legittimazione che ha attraversato nell’ultimo trentennio.
La riforma poi del Titolo V della Costituzione (2001) – con tutte le sue molteplici contraddizioni – si inserisce in questo percorso di sussidiarietà, diretto a valorizzare l’autonomia degli enti locali e degli istituti di partecipazione popolare. Il nuovo testo dell’art. 118 prevde così nuovi modelli organizzativi e di relazione tra amministrazione e cittadini, fondati sulla comunicazione e sulla co-decisione.
Con ciò rafforzando quel concetto di partecipazione evidenziato fin dai primi articoli della Costituzione, in cui appare chiara la convergenza tra sovranità popolare, partecipazione effettiva, uguaglianza sostanziale e pluralismo.

2) - la crisi del sistema dei partiti politici.
Già Carlo Esposito, giurista e filosofo del secolo scorso, aveva avuto modo di affermare che se un partito invece di rappresentare una ideologia e tendere al bene comune rappresentasse le esigenze di un gruppo di pressione economico, sarebbe di fatto un gruppo di pressione mascherato, e sarebbe per questo da combattere, da espellere dal Parlamento, da denunciare come scandaloso”
Il maestro filoso e giurista del secolo scorso precisa, tra l'altro, che l’azione dei partiti sui Ministri e sul Governo è lecita, ma “da condannare quando sia determinata da privati interessi” : la proiezione pubblica del partito, in quanto strumento di raccordo tra Stato e società civile con l'esclusiva funzione pubblica di trasmettere la volontà sovrana del popolo, non è compatibile, per Esposito, con l’inquinamento della politica da parte degli interessi personali ed economici.

In questa prospettiva non vi è chi non veda come l'inquinamento della politica con interessi personali ed economici di parte abbia avviato ad una crisi del sistema che, fin dagli anni 90, ha amplificato il senso di diffidenza e di sfiducia del popolo sovrano che ha finito col riversarsi sulle istituzioni, nucleo e fondamento della democrazia rappresentativa.
Se quindi i partiti sono chiamati a assolvere a una “funzione basilare nella vita della nostra democrazia rappresentativa”, ecco che, la crisi che oggi essi vivono si traduce e confonde nella crisi stessa della democrazia rappresentativa: con la naturale conseguenza della necessità di ricerca di nuove soluzioni.

È negli anni ’60 che il tema della partecipazione entra con forza nel dibattito politico italiano; sono gli anni dei consigli di fabbrica, consigli scolastici ed esperienze di urbanistica partecipata che avviano, nel decennio successivo, un percorso di elaborazioni normative.
La crisi degli anni ’90 ha portato poi alla differenziazione degli statuti comunali, soprattutto dopo la nuova legge elettorale del 1993 istitutiva dell’elezione diretta dei sindaci; mentre il Testo Unico degli Enti Locali del 2000, ha rafforzato il ruolo delle istituzioni più vicine al cittadino. Da allora hanno iniziato a costituirsi strumenti specifici e adatti ai diversi contesti socioculturali locali, con l’obiettivo di trasformare la partecipazione da risorsa simbolica in risorsa strumentale.
In Italia, la conoscenza del tema del Bilancio Partecipativo è avvenuta nel 1998, grazie ad alcuni studi universitari e alla neonata rivista ‘Carta’.
Se è vero che l’approccio al Bilancio Partecipativo è risultato fin da subito estremamente politicizzato , è pur altrettanto vero che oggi l'approccio al Bilancio Partecipativo appare più maturo, in quanto pensato e voluto quale strumento di relazione trilaterale tra amministrazioni, cittadinanza e apparato burocratico e, in ultima analisi, di miglioramento della gestione urbana.
Il Bilancio Partecipativo costituisce un percorso importante all’interno di queste sperimentazioni. In Italia, il dibattito sui ‘bilanci’ si è sviluppato in parallelo a quello dei Bilanci Sociali (strumenti diretti a misurare gli effetti in termini sociali delle politiche pubbliche) e ha trovato un terreno fertile alla comprensione del suo ruolo di strumento di rinnovamento politico/pedagogico centrale per l’arricchimento dell’autoconsapevolezza e del senso civico di cittadino.

L'esperienza di Udine, favorita e anticipata, dalla partecipazione alla Rete 9^ del Progetto europeo UR-BAL e successivamente dalla decisione consiliare di associarsi alla Rete del Nuovo Municipio è centrata in particolare sull’idea di portare avanti un’autoeducazione alla democrazia della cittadinanza, attraverso forme di co-decisione tra abitanti ed istituzioni relativamente ai nuovi investimenti strategici per il territorio. In tal senso Udine ha promosso e realizzato un progetto - ancorché sperimentale - di vero e proprio Bilancio Partecipativo, da non confondere con il Bilancio partecipato, il cui approccio sostanziale è ben diverso e certamente più riduttivo e limitante.
Si tratta di un percorso di coinvolgimento che presenta tutte le caratteristiche per tradursi in un percorso duraturo e strutturato dove i cittadini svolgono un ruolo attivo nella costruzione delle decisioni, e non certo di una partecipazione quasi ‘passiva’.

In tale prospettiva, Udine assume il ruolo e la funzione di "apripista" nell'ambito dell'intero territorio regionale, dove il Bilancio partecipativo, assieme al Bilancio Sociale, sono ancora al di là da venire.