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15 maggio 2012

Un sindaco decrescista

Dal sito Venezia2012.it, dove vengono organizzati i documenti di lavoro e si prepara la 3° conferenza internazionale della Decrescita, ecco un articolo sull'elezione a Sindaco di un candidato sostenuto da una lista per la decrescita.

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Lista per la decrescita spodesta la Lega - di Nicola Tosi

Il 6 e 7 Maggio a Besozzo (Varese) la Lista Civica X Cambiare ha ottenuto 4.077 voti, pari al 65,37%; La Lega Nord 1.305 voti, pari al 32,00%; Besozzo Tricolore 332 voti pari all’8,14%. Dopo quindici anni la Lega crolla, quasi doppiata, in uno dei feudi bossiani, in una della giunte che aveva conquistato nella “prima ondata” e dove solo pochi giorni prima aveva avuto luogo la cosiddetta “pace di Besozzo”, fra Bossi e Maroni.
Ma il dato eclatante è un altro: la Lista Civica X Cambiare si è costituita come un gruppo in cui sono presenti donne e uomini rappresentativi della società besozzese, con competenze in diverse aree d’interesse. Queste persone si sono confrontate su idee e contenuti, hanno lavorato a lungo riconoscendosi nelle linee guida di condivisione del bene comune in ambito sociale e ambientale. Alcune tra le forze politiche besozzesi, nel rispetto dell’autonomia del progetto civico, hanno infine deciso di appoggiare la Lista Civica X Cambiare.
Ciò non ha intaccato la sua peculiarità civica, in quanto coloro che hanno aderito al progetto si riconoscono in questa rinnovata attenzione nei confronti delle persone e dell’ambiente in cui vivono, valori primari e irrinunciabili su cui fondare la politica del futuro. Un politica che si contraddistingue per il suo contenuto fortemente decrescista.
L’obiettivo primario della lista è quello di identificare delle strategie rivolte a salvaguardare il territorio, impegnandosi sui diversi fronti, quali la riduzione di richiesta energetica negli edifici pubblici; l’uso di energie rinnovabili, con l’installazione di pannelli fotovoltaici, pannelli solari termici e del mini-idroelettrico a coclea sul fiume Bardello; la riduzione della produzione di rifiuti, partendo dalla sensibilizzazione dei bambini delle scuole. È prevista l’installazione di isole sotterranee per i rifiuti; saranno incentivati il compostaggio domestico e l’uso dell’acqua del rubinetto. Verrà installata una Casa dell’Acqua Pubblica. Verrà promosso il trasporto sostenibile (scuolabus elettrico; pedibus; pensiline fotovoltaiche per alimentare biciclette a pedalata assistita). Si punterà sul consumo di prodotti a km 0 e verrà istituito un centro organizzativo per i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), oltre ad aree da adibire a Orti Comunali.
Iniziative di stampo decrescista sono previste anche per i servizi sociali: per anziani e indigenti saranno istituiti servizi di volontari, assistenza a domicilio, teleassistenza, centri diurni, corsi formativi rivolti a familiari, badanti, volontari; il servizio di tregua per aiutare le famiglie; l’affido-anziani; l’alloggio temporaneo per persone o famiglie temporaneamente senza abitazione; corsi di lingue e servizi di doposcuola per stranieri.
In ambito urbanistico la Lista intende consolidare la città costruita con consumo di suolo minimo e controllato, favorendo la riqualificazione e la ristrutturazione di quanto già esistente; verrà rafforzato il tessuto produttivo esistente cercando di costituire un polo di eccellenza nell’ambito della ricerca. Verrà restituito il territorio ai cittadini, attraverso una passeggiata lungo il fiume Bardello e diversi collegamenti ai circuiti ciclopedonali della Valcuvia e del lago di Varese. Per l’economia locale la Lista intende far rinascere le cascine presenti sul territorio comunale, nell’intento di sostenere le attività agricole locali esistenti e di aiutare i nuovi imprenditori agricoli. Besozzo aderirà quindi al progetto dei Comuni Virtuosi.
Le politiche decresciste per ora paiono difficilmente realizzabili a livello nazionale. Localmente, invece, molto si sta muovendo in diversi comuni d’Italia. La schiacciante vittoria a Besozzo lo dimostra. Si tratterà ora di fare rete e di dimostrare che le politiche solidali di rispetto dell’ambiente e delle persone sono le uniche che possano salvarci dal baratro sociale ed economico in cui la finanza internazionale e i governi tecno-bancari ci stanno facendo precipitare.

8 giugno 2011

Il Comitato Pendolari FVG incontra l'Assessore Riccardi

Oggi alle 18.30 nel Palazzo della Regione a Udine avverrà l'incontro tra l'Assessore regionale Riccardi e il Comitato dei Pendolari del Friuli Venezia Giulia, che da anni prova a indicare disservizi e possibili migliorìe sulle tratte ferroviarie della nostra Regione.

Sul blog del Comitato, all'indirizzo comitatospontaneopendolarifvg.wordpress.com, sono riassunte le segnalazioni, le richieste e proposte che i pendolari intendono inoltrare agli uffici regionali competenti.

SEGNALAZIONI:
  1. le risposte alle nostre segnalazioni benchè puntuali sono sempre state di natura interlocutoria e mai veramente decisiva o chiarificatrice;
  2. non notiamo nessun rilevante miglioramento per quanto riguarda la comunicazione in caso di imprevisti: sia a bordo treno che, in particolare, in stazione, continuano infatti a regnare il caos e la disinformazione  (vedi episodio dell’incendio di venerdì 27 maggio);
  3. segnaliamo un aumento rilevante del numero delle soppressioni e dei ritardi, dovuti a problemi di manutenzione del materiale e di gestione del personale; situazione al limite del drammatico sulla VE-UD-TS e sulla Casarsa-Portogruaro (allegheremo vari esempi);
RICHIESTE:
  1. chiediamo un aumento del numero degli incontri con la Regione, a suo tempo promessi a cadenza trimestrale e invece fatti a distanza di 8/10 mesi l’uno dall’altro; riteniamo che dare maggiore ascolto alla comunità dei viaggiatori rafforzi l’interazione Regione/Pendolari e consenta di ottenere migliori risultati con Trenitalia
  2. che impatto stanno avendo i disservizi  rispetto al contratto di servizio? Trenitalia è già stata sanzionata dalla Regione FVG? In quale modo sono stati utilizzati i soldi ottenuti dalle sanzioni? Ci pervengono sempre più richieste per sconti sugli abbonamenti da erogare ai pendolari, analogamente a quanto avviene in Veneto: che intenzione ha la Regione FVG in proposito?
  3. Esprimiamo dubbi sulla qualità del restyling e sugli gli interventi di manutenzione. Due esempi: non funziona il condizionamento su alcune vetture oggetto del recente treno rinnovato e malgrado un massiccio intervento sulle porte nel 2008 (a prezzo di rilevanti soppressioni di carrozze e media distanza) i treni hanno sempre porte guaste;
  4. a che punto siamo con l’ideazione del nuovo orario cadenzato? Orario che finalmente colmi i buchi attualmente presenti e copra la tarda serata?
PROPOSTE:
  1. chiediamo la pubblicazione sul sito web della Regione FVG (vedi ad es. il sito della Regione Lombardia) dei dati riguardanti puntualità e soppressioni. Per le soppressioni (indice di affidabilità) chiediamo che tale pubblicazione venga fatta almeno a cadenza mensile, relativamente al singolo treno o alla singola linea e riportando i numeri assoluti e le percentuali;
  2. chiediamo il calcolo del ritardo anche nelle fermate intermedie e che l’indice di puntualità venga calcolato per fasce orarie o per frequentazione;
  3. chiediamo che non venga più consentito a Trenitalia di dilatare in orario i tempi di percorrenza di singoli treni per ovviare ai ritardi cronici; questa soluzione, alla lunga, comporta la sovrapposizione di tracce, la saturazione delle linee e non consente lo sfruttamento ottimale del materiale ferroviario;
  4. chiediamo che venga ripristinata la possibilità di emissione di titoli di viaggio a bordo treno, analogamente a quanto avviene in Veneto e nella vicina Slovenia!
  5. chiediamo che venga prevista la possibilità di emissione di abbonamenti IC o superiore con estensione regionale validi sull’intera tratta Venezia-Trieste e non, come adesso, limitati al territorio delle rispettive regioni (l’estensione esiste tra Veneto e Lombardia);
  6. chiediamo la predisposizione di orari cartacei più leggibili rispetto a quelli attuali che sono diventati sempre di più difficile consultazione;
  7. chiediamo che la Regione si faccia portavoce presso RFI affinchè vengano apportati miglioramenti infrastrutturali che portino all’accorciamento delle sezioni di blocco al fine di migliorare e aumentare la circolazione ferroviaria;
  8. chiediamo una maggiore manutenzione dei sedimi ferroviari così da limitare il rischio di incendi o di altri eventi “imprevisti”;
  9. chiediamo che venga completato il restiling della stazione di Udine riguardo a tutti i punti (non solo riguardo alle pensiline) oggetto di richiesta congiunta da parte dei comitati pendolari regionali.


1 dicembre 2010

DireFare a Pordenone: visioni di comunità


Sul Messaggero Veneto di oggi, 30 novembre, a pagina 5 del fascicolo di Pordenone:


DirefarePn.it, giovedì cominciano gli eventi
La rassegna sul futuro della città: protagonisti i pordenonesi residenti all’estero
Da giovedì a sabato, il ristrutturato Palazzo Badini in piazzetta Cavour ospita “DireFare.pn.it”, tre giorni di incontri, forum e workshop per condividere idee, informazioni, esperienze tra la città e i giovani pordenonesi nel mondo che per studio o per lavoro risiedono in altri paesi. La scorsa settimana, alla presentazione dell’evento, promosso dal Comune di Pordenone con la consulenza dal sociologo Luca Romano che coordina il progetto, il Sindaco Sergio Bolzonello aveva detto che «Direfare.Pn.it non è un evento sulla “fuga dei cervelli”, ma un modo di creare valore mettendo in rete le competenze tra chi è rimasto e chi è altrove, un modo per coinvolgere insieme in progetti scientifici e sociali, made in Pordenone. Per questo – aveva concluso – abbiamo deciso di dialogare con i “pordenonesi altrove”, giovani che per scelta personale e professionale hanno deciso di trasferirsi all’estero e li abbiamo invitati qui a Pordenone».
Il programma comprende incontri, forum, workshop dedicati all’innovazione d’impresa, alle reti internazionali dei saperi, della cura, dei mercati e della società digitale, della sostenibilità, un confronto con i “Pordenonesi altrove” che provengono dalla Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Francia Ecuador, Germania, Giappone, Danimarca, Mozambico, Egitto, Francia, Israele. Si comincia giovedì 2 dicembre alle 15 con il forum “La cura e l’aiuto sociale nella società che cambia” tema affrontato in due sessioni : “La cura e l’aiuto tra locale e globale”, con il confronto tra operatori che lavorano nel campo dell’aiuto alle persone in ambito sociale e sanitario e “Impresa innovativa chiama welfare comunitario”con il contraddittorio sulle “Buone pratiche” tra Piergiorgio Angeli, Direttore Risorse umane Operations di Luxottica Group e il finlandese Martti Launonen, amministratore delegato di Vantaa Innovation Institute.
Alle 17.30 l’inaugurazione dell’esposizione “Pordenone, una strategia per l’urbanistica sostenibile” nello spazio espositivo al primo terra. Dalle 18 alle 20 Giuseppe Granieri, autore per Laterza del saggio La società digitale e Giorgio Jannis, semiologo e progettista di spazi sociali in rete, introdotti e moderati dal giornalista Sergio Maistrello dialogheranno su “La società si fa rete, nuovi processi di partecipazione e responsabilità”. In un’altra sala i “Pordenonesi altrove” che operano nel campo della sostenibilità ambientale si confrontano con istituzioni, imprese e operatori impegnati a Pordenone sviscerando tematiche legate a sviluppo delle nuove tecnologie di produzione delle energie rinnovabili, sulla gestione dei rifiuti, del ciclo idrico, su verde urbano, sui materiali per la bioedilizia, sui mezzi di trasporto pubblico ecocompatibili, sull’ampliamento piste ciclabili e sulla mobilità ecologica.

12 marzo 2010

E se domani io non potessi rivedere te...

... e quindi Mina concludeva: "E se domani e sottolineo "se" all'improvviso perdessi te avrei perduto il mondo intero non solo te."

E se quel "te", invece che una persona fosse il petrolio e le altre risorse energetiche di origine fossile a dileguarsi improvvisamente dalle nostre case, dai nostri campi, dalle nostre auto, che faremmo?

Questa è la domanda, non tanto provocatoria, che ha dato la direzione alla ricerca dal titolo: NUOVI SISTEMI ECONOMICI LOCALI.
E' un lavoro che sta portando avanti e-Labora, d'intesa con la nostra Rete e che sarà presentato verso fine aprile all'assemblea degli aderenti ResFVG, aperta ad altri soggetti che hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa.

Detto in sintesi, l'obiettivo della ricerca è dimostrare che, anche al verificarsi dell'ipotesi catastrofica sopra decritta, se le comunità regionali del Friuli Venezia Giulia sapranno organizzarsi per tempo, è possibile conseguire la sussistenza alimentare e energetica senza dover dipendere dalle importazioni di tali beni.
Sia chiaro, è l'obiettivo minimo, ma che fa la differenza fra il poter sopravviere pacificamente ed il collasso del sistema.

La ricerca applica, alla scala locale, il modello stock - flussi messo a punto da Mauro Bonaiuti, partendo dal modello fondi - flussi di Georgescu Roegen.
Entrambi questi approcci partono da una critica radicale dell'imperante teoria neoclassica, che sostanzialmente si interessa molto di flussi, ma non tiene conto degli stock di materia ed energia (ambiente compreso) che, in un mondo finito, non sono inesauribili.
La ricerca ha quindi il compito di verificare se il Friuli Venezia Giulia ha uno stock di risorse naturali, in primis terra coltivabile, ma anche acqua, sole, biomasse, ecc. sufficienti per garantire i bisogni di sopravvivenza dei suoi abitanti: cibo ed energia per cucinare, riscaldarsi, ecc.
Se tali risorse sono sufficienti possiamo definire questa nostra realtà, ricorrendo ad un termine già in uso, Bioregione.

Ma uno dei passaggi fondamentali di questo lavoro consiste nel calare l'analisi a livello dei distretti di economia solidale che, come ha deciso a suo tempo l'Assemblea, per ora coincidono con le delimitazioni territoriali dei 19 ambiti socio assistenziali (Asa) della Regione.

Data la limitatezza dei tempi e delle risorse disponibili, abbiamo ritenuto sufficiente focalizzare l'attenzione solo sui determinanti identitari delle "comunità" distrettuali, scegliendo di svolgere l'indagine in tre aree campione:
l'Alto isontino (Asa 4), la zona Udinese (Asa 12), la montagna pordenonese (Asa 18).


In ciascuno dei tre distretti sarà organizzato un focus group, attraverso il quale si cercherà di capire le caratteristiche identitarie del luogo, ossia di valutare se lo stock di risorse storiche, paesaggistiche, culturali, professionali, ecc. sono idonee ad innescare un processo cooperativo di transizione verso un'economia e una società solidali.
E' un primo passo, soprattutto utile per mettere a punto una metodologia di ricerca che deve proseguire nel tempo e interessare tutti e 19 i distretti della regione.

E' qui la parte più interessante di questa comunicazione: vogliamo dare seguito alla ricerca applicando il metodo partecipativo.
Una volta strutturato, seppure in modo flessible, un indice ragionato degli argomenti, ogni persona potrà inserire il suo contributo di conoscenze teoriche e/o pratiche, contribuendo alla crescita cumulativa e orinata del sapere e saper fare condivisi.
La piattaforma di questo lavoro potrebbe trovarsi sul nostro blog, applicando ad esempio la struttura di wikipedia. Comunque, una qualche struttura ad albero dove sia facile individuare la parte in cui inserire il proprio contributo. Ad esempio, se so come organizzare un Gas, andrò alla ricerca del ramo dedicato a questo tipo di buona pratica e inserirò la descrizione della mia conoscenza accanto ai contributi dello stesso tipo già inseriti.
Spero di essere stato suffcientemente chiaro. Se così non fosse mi scuso e comunque attendo eventuali osservazioni, suggerimenti, critiche.

15 dicembre 2009

27 milioni di dubbi

da NuoviAbitanti

L'articolo che trovate qui a fianco è stato pubblicato dal Messaggero Veneto verso la fine di settembre.
L'argomento trattato riguarda il finanziamento di 27 milioni di euro per la progettazione e la realizzazione dei primi cantieri di una viabilità alternativa all'esistente, che sia in grado di collegare Udine e Pordenone in 35 minuti di automobile.

Innanzitutto, oltre ad utilizzare strade già esistenti come descritto nell'articolo, verranno anche creati nuovi svincoli e "tangenziali" di paesi lungo il percorso, un tunnel, nonché verranno ex-novo tracciate nuove direttrici nel mezzo di una campagna friulana ancora intatta, quale quella in prossimità di Barbeano e Tauriano, e quella splendida nelle vicinanze di Plasencis e di Mereto di Tomba.

Ora, potrebbero essere fatti dei ragionamenti sulla cultura passatista che porta sempre a individuare come soluzione al problema del traffico la creazione di nuove strade, come se lo spazio fisico fosse infinito. Come se queste infrastrutture non avessero un impatto ambientale notevole sul territorio, anche in termini ecologici. Come se anni di ragionamenti non suggerissero l'impiego di sistemi alternativi di trasporto di persone e cose, come ad esempio una sana progettazione della rete dei treni locali.

Ma pragmaticamente, quello che mi preme dire è questo: per andare attualmente da Udine a Pordenone lungo la statale, 50km in automobile, si impiegano dai 40 ai 60 minuti, a seconda delle condizioni del traffico. Da venticinque anni, da quando ho la patente, so che se devo andare a Pordenone in macchina per un appuntamento parto un'ora prima.
Questa nuova opera mi permetterà di risparmiare (forse, perché sappiamo che poi il problema del traffico si ripresenterà anche sulle nuove strade) un quarto d'ora, venti minuti.
E tutto questo vale 27 milioni di euro, che a opera finita saranno diventati 40 (quaranta)?

Non si potrebbero utilizzare parte di quei soldi per ottimizzare il tracciato esistente, e per potenziare alternative maggiormente sostenibili?


27 aprile 2009

Paesaggio, buongoverno, etica e cultura

Presso il nuovo sito dell'Associazione EcoFilosofica www.filosofiatv.org sono reperibili numerosi documenti su argomenti di carattere filosofico e su tematiche legate alla interculturalità, nonché numerosi apporti relativi alla Decrescita.

Particolarmente interessante la sezione dedicata agli atti multimediali (sezione "VideoPlay"), dove potrete trovare i materiali video del seminario Tutela e valorizzazione del territorio come patrimonio culturale italiano, rivolto al personale docente delle scuole, ma di sicura presa su tutti coloro attenti alle recenti riflessioni relative al Ben-Stare delle comunità, alla qualità del Paesaggio antropico (vedi Gianni Tamino), ai temi etici dell'Abitare.

Il nuovo sito dell'Associazione Eco-Filosofica www.filosofiatv.org riprende e sviluppa tematiche cui essa ha rivolto particolare attenzione in questi ultimi anni. Lo speciale interesse che l'AEF dedica non solo all'attualità (per esempio alle problematiche ecologiche, ambientali e sociali), ma anche alle antiche tradizioni di saggezza e alle culture non occidentali, non è dettato dalle mode del momento, da qualche forma di esotismo o dall'adesione a particolari prospettive ideologiche conservatrici.

Esso è invece dovuto alla consapevolezza che nelle varie forme culturali sono depositati insegnamenti che, a vario titolo, possono essere rivalorizzati in funzione del presente e per rimeditare problemi di drammatica attualità (degrado ambientale, scontri di civiltà ecc.) che hanno la loro radice in determinati modi di concepire il mondo ed i rapporti tra gli esseri che vi sono ospitati.

Inoltre, poiché un filo conduttore collega intimamente i fattori spirituali, economici, sociali, ambientali, scientifici ecc., occorre considerarli non separatamente, ma nelle loro interrelazioni: ciò è tipico di una filosofia aperta ai vari aspetti della realtà ed ai molteplici angoli visuali, capace di evitare le assolutizzazioni unilaterali. Tale apertura, rivolta a superare i riduttivismi e le contrapposizioni di vario genere, comporta tra l'altro l'esigenza, oggi molto sentita, di riequilibrare il rapporto uomo-natura e quello tra i popoli, in spirito di pluralismo interculturale.

Associazione Eco-Filosofica

16 aprile 2009

Diventa nodo della Rete di conomia Solidale del FVG

Care amiche e cari amici della RESFVG, dopo un lungo percorso elaborativo siamo finalmente giunti a licenziare la bozza definitiva del protocollo di adesione alla Rete, reperibile presso l'area documenti del nostro Googlegruppo, unitamente alla scheda informativa per agevolare l’iscrizione.

Portiamo quindi alla vostra valutazione gli elaborati, proponendone la valutazione e approvazione nell’Assemblea che è convocata per venerdì 24 aprile alle ore 18.00, presso la sede della CGIL di via Bassi 36 – Udine.

Vi preghiamo di fare ogni sforzo per intervenire, per esprimere la vostra adesione, per impegnarvi ad iscrivere altre persone ed associazioni.

1 dicembre 2008

Socializzare

Fonte: blogeko

Autostop controllato e a pagamento, la Provincia di Trento "sposa" Jungo

Ricordate Jungo, l'autostop a pagamento con la tessera di identità? Ebbene, di strada ne ha fatta dai primi esperimenti a Trento. Giusto oggi entra in vigore una convenzione con la Provincia Autonoma di Trento che, seppur senza stanziare un centesimo, garantisce aiuto a Jungo affinchè si diffonda come strumento di mobilità alternativa.

Cos'è Jungo? Eccolo spiegato.
Tutto parte dalla constatazione che il più delle volte tante auto vanno nello stesso luogo e alla stessa ora con a bordo solo il guidatore. E che nello stesso tempo il car pooling - autista e passeggeri che si danno appuntamento - stenta a decollare.
Rigido, farraginoso, da programmare in anticipo. E cosa succede se per un imprevisto uno dei due è in ritardo?

Jungo è una forma di autostop organizzato e nello stesso tempo estemporaneo: niente appuntamenti preventivi.
Però in nome della sicurezza i passaggi vengono scambiati solo fra autisti e passeggeri muniti di tessera di riconoscimento rilasciata dall'associazione. Che viene rilasciata dietro presentazione del certificato penale. Inoltre, a differenza che nell'autostop classico, i passaggi si pagano. Venti centesimi di "diritto fisso" più altri 10 al chilometro.
Il vantaggio per l'ambiente è evidente: in strada meno auto. Mano consumo di carburante e meno inquinamento atmosferico. Gli esperimenti finora effettuati a Trento hanno dimostrato che il "modello Jungo" funziona. Tanti autisti si fermano, coloro che cercano un passaggio lo ottengono in pochi minuti di attesa.

Con la convenzione, la Provincia di Trento, oltre a fornire supporto e informazione, si impegna a richiedere essa stessa, al posto del singolo o dell'associazione, il certificato penale per tutti coloro che vorranno scambiarsi passaggi tramite Jungo. Si impegna inoltre a gestire un call center al quale ricevere segnalazioni a proposito di passeggeri o guidatori che tengono comportamenti non corretti, affinchè possano essere estromessi dall'associazione.

La determina con cui la Provincia di Trento si convenziona con Jungo per l'autostop controllato e a pagamento

9 ottobre 2008

La Transizione

Si è tenuto nei giorni scorsi alla Libera Università di Alcatraz il primo incontro di rilievo nazionale sulle pratiche di Transizione, per la creazione di nuove forme di economia locale.
Ne parlano Jacopo Fo, Daria e Marco, Terranauta, oltre a Cristiano sul suo ottimo blog "Io e la Transizione"

24 luglio 2008

L'approccio territorialista allo sviluppo sostenibile

[crossposting dal blog dei NuoviAbitanti]

Qui di seguito trovate il link per una interessante dispensa, materiale di studio del corso in "Progettazione e pianificazione sostenibile" della Facoltà di Architettura di Roma, redatta da Alessandro Giangrande.

L'approccio territorialista allo sviluppo sostenibile (.pdf, 300kb)

(dall'introduzione)
L’approccio territorialista, sviluppato nell’ambito dell’omonima scuola, evidenzia come i problemi della sostenibilità dello sviluppo mettano in primo piano la valorizzazione del patrimonio territoriale — nelle sue componenti ambientali, urbanistiche, culturali e sociali — come elemento fondamentale per la produzione durevole di ricchezza.
Il territorio viene concepito come prodotto storico di processi coevolutivi di lunga durata tra insediamento umano e ambiente, tra natura e cultura, ad opera di successivi e stratificati cicli di civilizzazione. Questi processi producono un insieme di luoghi dotati di profondità temporale, di identità, di caratteri tipologici, di individualità: dunque sistemi viventi ad alta complessità.

Per tutta un’epoca storica della modernità, culminata con il fordismo e la produzione di massa, le teorie tradizionali dello sviluppo hanno considerato e utilizzato il territorio in termini sempre più riduttivi, negando il valore delle sue qualità intrinseche: il produttore/consumatore ha preso il posto dell’abitante, il sito del luogo, la ragione economica della ragione storica. Il territorio, da cui l’uomo si è progressivamente liberato considerandolo un insieme di vincoli negativi (ambientali, energetici, climatici, costruttivi, localizzativi, ecc.) per il compiersi della modernizzazione, è stato trattato come puro supporto tecnico di attività e funzioni economiche che sono localizzate e organizzate secondo principi sempre più indipendenti da relazioni con il luogo, con le sue qualità ambientali e culturali: qualità che derivano appunto dalla sua costruzione storica di lungo durata.