... e quindi Mina concludeva: "E se domani e sottolineo "se" all'improvviso perdessi te avrei perduto il mondo intero non solo te."
E se quel "te", invece che una persona fosse il petrolio e le altre risorse energetiche di origine fossile a dileguarsi improvvisamente dalle nostre case, dai nostri campi, dalle nostre auto, che faremmo?
Questa è la domanda, non tanto provocatoria, che ha dato la direzione alla ricerca dal titolo: NUOVI SISTEMI ECONOMICI LOCALI.
E' un lavoro che sta portando avanti e-Labora, d'intesa con la nostra Rete e che sarà presentato verso fine aprile all'assemblea degli aderenti ResFVG, aperta ad altri soggetti che hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa.
Detto in sintesi, l'obiettivo della ricerca è dimostrare che, anche al verificarsi dell'ipotesi catastrofica sopra decritta, se le comunità regionali del Friuli Venezia Giulia sapranno organizzarsi per tempo, è possibile conseguire la sussistenza alimentare e energetica senza dover dipendere dalle importazioni di tali beni.
Sia chiaro, è l'obiettivo minimo, ma che fa la differenza fra il poter sopravviere pacificamente ed il collasso del sistema.
La ricerca applica, alla scala locale, il modello stock - flussi messo a punto da Mauro Bonaiuti, partendo dal modello fondi - flussi di Georgescu Roegen.
Entrambi questi approcci partono da una critica radicale dell'imperante teoria neoclassica, che sostanzialmente si interessa molto di flussi, ma non tiene conto degli stock di materia ed energia (ambiente compreso) che, in un mondo finito, non sono inesauribili.
La ricerca ha quindi il compito di verificare se il Friuli Venezia Giulia ha uno stock di risorse naturali, in primis terra coltivabile, ma anche acqua, sole, biomasse, ecc. sufficienti per garantire i bisogni di sopravvivenza dei suoi abitanti: cibo ed energia per cucinare, riscaldarsi, ecc.
Se tali risorse sono sufficienti possiamo definire questa nostra realtà, ricorrendo ad un termine già in uso, Bioregione.
Ma uno dei passaggi fondamentali di questo lavoro consiste nel calare l'analisi a livello dei distretti di economia solidale che, come ha deciso a suo tempo l'Assemblea, per ora coincidono con le delimitazioni territoriali dei 19 ambiti socio assistenziali (Asa) della Regione.
Data la limitatezza dei tempi e delle risorse disponibili, abbiamo ritenuto sufficiente focalizzare l'attenzione solo sui determinanti identitari delle "comunità" distrettuali, scegliendo di svolgere l'indagine in tre aree campione:
l'Alto isontino (Asa 4), la zona Udinese (Asa 12), la montagna pordenonese (Asa 18).
In ciascuno dei tre distretti sarà organizzato un focus group, attraverso il quale si cercherà di capire le caratteristiche identitarie del luogo, ossia di valutare se lo stock di risorse storiche, paesaggistiche, culturali, professionali, ecc. sono idonee ad innescare un processo cooperativo di transizione verso un'economia e una società solidali.
E' un primo passo, soprattutto utile per mettere a punto una metodologia di ricerca che deve proseguire nel tempo e interessare tutti e 19 i distretti della regione.
E' qui la parte più interessante di questa comunicazione: vogliamo dare seguito alla ricerca applicando il metodo partecipativo.
Una volta strutturato, seppure in modo flessible, un indice ragionato degli argomenti, ogni persona potrà inserire il suo contributo di conoscenze teoriche e/o pratiche, contribuendo alla crescita cumulativa e orinata del sapere e saper fare condivisi.
La piattaforma di questo lavoro potrebbe trovarsi sul nostro blog, applicando ad esempio la struttura di wikipedia. Comunque, una qualche struttura ad albero dove sia facile individuare la parte in cui inserire il proprio contributo. Ad esempio, se so come organizzare un Gas, andrò alla ricerca del ramo dedicato a questo tipo di buona pratica e inserirò la descrizione della mia conoscenza accanto ai contributi dello stesso tipo già inseriti.
Spero di essere stato suffcientemente chiaro. Se così non fosse mi scuso e comunque attendo eventuali osservazioni, suggerimenti, critiche.
Ma uno dei passaggi fondamentali di questo lavoro consiste nel calare l'analisi a livello dei distretti di economia solidale che, come ha deciso a suo tempo l'Assemblea, per ora coincidono con le delimitazioni territoriali dei 19 ambiti socio assistenziali (Asa) della Regione.
Data la limitatezza dei tempi e delle risorse disponibili, abbiamo ritenuto sufficiente focalizzare l'attenzione solo sui determinanti identitari delle "comunità" distrettuali, scegliendo di svolgere l'indagine in tre aree campione:
l'Alto isontino (Asa 4), la zona Udinese (Asa 12), la montagna pordenonese (Asa 18).
In ciascuno dei tre distretti sarà organizzato un focus group, attraverso il quale si cercherà di capire le caratteristiche identitarie del luogo, ossia di valutare se lo stock di risorse storiche, paesaggistiche, culturali, professionali, ecc. sono idonee ad innescare un processo cooperativo di transizione verso un'economia e una società solidali.
E' un primo passo, soprattutto utile per mettere a punto una metodologia di ricerca che deve proseguire nel tempo e interessare tutti e 19 i distretti della regione.
E' qui la parte più interessante di questa comunicazione: vogliamo dare seguito alla ricerca applicando il metodo partecipativo.
Una volta strutturato, seppure in modo flessible, un indice ragionato degli argomenti, ogni persona potrà inserire il suo contributo di conoscenze teoriche e/o pratiche, contribuendo alla crescita cumulativa e orinata del sapere e saper fare condivisi.
La piattaforma di questo lavoro potrebbe trovarsi sul nostro blog, applicando ad esempio la struttura di wikipedia. Comunque, una qualche struttura ad albero dove sia facile individuare la parte in cui inserire il proprio contributo. Ad esempio, se so come organizzare un Gas, andrò alla ricerca del ramo dedicato a questo tipo di buona pratica e inserirò la descrizione della mia conoscenza accanto ai contributi dello stesso tipo già inseriti.
Spero di essere stato suffcientemente chiaro. Se così non fosse mi scuso e comunque attendo eventuali osservazioni, suggerimenti, critiche.
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