APPUNTI PER UNA COSTRUZIONE PARTECIPATA DELLA RESFVG
Nel momento in cui iniziano ad arrivare le prime adesioni formali alla RESFVG, occorre dotarci di alcuni criteri condivisi per consentire ad ogni aderente (nodo) di poter svolgere uno o più compiti operativi per la rete e, allo stesso tempo, fare in modo che la stessa rete moltiplichi le opportunità di fare connessioni, di sostenere le attività di ogni nodo.
L’Obiettivo
Per evitare che la sommatoria delle proposte si tramuti in una babele di iniziative difficilmente riconducibili a sintesi è bene ricordarci quale debba essere il principale obiettivo condiviso: far nascere e crescere in Friuli Venezia Giulia una società di economia solidale.
Le reti distrettuali
Il nucleo base di questa società, lo abbiamo detto e concordato, è il distretto di economia solidale che, abbiamo pure convenuto, per ora coincide territorialmente con ciascuno dei 19 ambiti socio-assistenziali in cui è suddivisa la nostra regione.
Conseguentemente, dovremo trovare almeno un referente (individuale o collettivo) per ogni distretto, disponibile a mettere in rete tutte le buone pratiche operanti nel suo territorio, disponibile a svolgere il ruolo di “motore di avviamento”.
Le reti settoriali/tematiche
Ma, per agevolare il lavoro di questi referenti, è opportuno che a loro volta le buone pratiche si organizzino in reti settoriali/tematiche (infraprovinciali, provinciali, inteprovinciali, regionali), per mettere in comune esperienze ed iniziative. Ad esempio, si stanno formando (o sono già formate) reti fra i GAS e fra le Botteghe del commercio equo e solidale. Altre reti sono rappresentate da associazioni come AIAB o APROBIO. Ci sono poi Associazioni o Enti che formano reti, o procedono da sole, per promuovere tematiche specifiche: tutela di beni comuni, no TAV, ambiente, cultura, salute, diritti vari da tutelare, da promuovere, ecc. Alcune di queste tematiche possono poi essere temporanee (es.: una festa, una conferenza) o continuative. Per ciascuna di queste tematiche e/o reti, è bene individuare un referente (individuale o collettivo) che ci creda, si appassioni e quindi svolga un’azione di promozione.
Le attività di servizio
Un altro fronte di impegno è rappresentato dalle esigenze di manutenzione/servizio alla RESFVG e ai suoi nodi e alle sue reti territoriali e settoriali. Gli scriventi(insieme a tanti altri in questo anno e poco più di impegno), hanno svolto questo ruolo, bello e ingrato allo stesso tempo. Ma non può durare all’infinito, anche per evitare che questi nodi diventino degli “hub”, una sorta di piccola cupola che controlla la Rete. Per scansare questo pericolo abbiamo anche ipotizzato, nei nostri documenti, di costituire una struttura di servizio che abbiamo chiamato “Scuola dell’autonomia”. Cercando esperienze analoghe, ci sembra che potremmo tentare la strada di un MAG regionale (Mutua per l’autogestione). Senza la pretesa di costituirla domani, potremmo comunque cominciare a ragionarci sopra. Ad ogni modo, per evitare di ripercorre errori e limiti delle MAG già esistenti (Verona, Venezia, Roma, ecc.) ricordiamo che in una precedente Assemblea abbiamo espresso il parere di evitare la creazione di una struttura (di specialisti) che progressivamente si autonomizza dalla Rete. L’organo sovrano deve restare l’Assemblea, come luogo principale per la formazione di un sistema di democrazia partecipata.
Gli assi dell’impegno
Giunti a questo punto abbiamo individuato tre possibili assi di impegno:
1. l’asse territoriale, per la formazione dei 19 distretti di economia solidale;
2. l’asse settoriale/tematico
3. l’asse di servizio alla RESFVG.
Commenti al post e candidature
Cominciamo a commentare, in preparazione della prossima Assemblea del 4 luglio ……. e a candidarci.
La commissione di lavoro
25 giugno 2009
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